I segreti della città d'oro

I segreti nascosti nella città delle api hanno sfidato le menti di geniali matematici e affascinato quelle degli architetti. Le cellette esagonali del favo, per esempio, sono state un vero e proprio rompicapo: sono tutte uguali, l’angolo tra i lati è esattamente di 120 gradi e lo spessore delle pareti è precisamente di 0,07 millimetri. E non solo: l’esagono è la figura geometrica che a parità di volume occupato necessita di meno materiale costruttivo.

 

Chi si nasconde dietro tale perfezione? Chi è l’architetto che ha ideato una struttura così precisa? La risposta a queste domande arriva direttamente dallo spazio. Il 6 aprile 1984 alle ore 11 di mattina, partì da Cape Canaveral lo Space Shuttle Columbia: a bordo, oltre all’equipaggio umano, c’era anche una famiglia di api composta da 3300 individui collocati in una arnia appositamente inventata per l’apicoltura interstellare. Lo scopo del viaggio era quello di fornire la prova finale al meccanismo di costruzione delle cellette. Eliminando il fattore gravità, gli scienziati erano convinti di trovare una conferma ad una loro ipotesi. Ed immancabile, dalle profondità delle spazio, la conferma è arrivata!

Le api, inizialmente, costruiscono delle cellette imprecise e poi scaldano la cera – che è una miscela di oltre trecento composti - fino a farla tornare al suo stato naturale, cioè quello fluido. Finita la somministrazione di calore, le api lasciano lavorare il vero artefice delle cellette: il nulla. Le molecole della cera, passando dallo stato fluido a quello solido, si allineano perfettamente in strati paralleli. Il risultato macroscopico di questo processo fisico è una celletta esagonale con un angolo di 120 tra i lati e con la parete di 0,07 mm di spessore.

Capito l’antifona? Non sono le api a costruire le cellette - non esiste una forma vivente in grado di tale perfezione! – ma è la natura stessa della cera che predispone la disposizione perfetta delle cellette. Davvero un gran bel segreto del favo! 

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